paragrafo 4

(Autrice: Margherita)

Finalmente l’ho preso!

Dentro un uovo come questo non può esserci altro che un drago o un’altra strana creatura! Mi piacerebbe avere a che fare con uno di questi esseri fantastici, da piccola ero appassionata di cartoni fantascientifici e fantasy, mi ricordo anche che con gli amici a scuola giocavo molto con delle carte simili a quelle dei Pokémon, ma riguardanti i draghi; mi piaceva molto collezionare statuette di draghi, ne avevo una mensola piena: quelli li ho ancora, conservati tutti in garage dentro una scatola. Se ci ripenso solo quello per me era entusiasmante, ora invece mi ritrovo con un uovo contenente chissà quale tipo di creatura in braccio… semplicemente fantastico eh! Come faccio a nasconderlo a tutti e perché è capitato a me?!

Però non può altro che piacermi avere con me un uovo di drago (sempre che di drago sia), magari avrò la possibilità di allevarlo, crescerlo, chissà. Bisogna solo stare attenti.

Intanto devo mantenere la calma, tornare a casa e nascondere l’uovo da qualche parte. Passando per corso Ciriè tutti mi guardano perplessi, non li si può biasimare, ho un uovo squamoso dai colori sgargianti fra le braccia… arrivata a casa appoggio l’uovo sul tavolino del salotto, mi siedo sul divano e lo osservo pensierosa. Mi lavo le mani,mi prendo un bicchiere d’acqua e mi metto a leggere un manga fantasy in camera. Passa un po’ di tempo, pranzo e sbrigo un paio di cose; all’improvviso sento uno strano rumore, come uno scricchiolio: ritorno in salotto e noto che le squame dell’uovo si muovono, sembrava che ondeggino. Sto ferma, incuriosita… è come se l’uovo voglia comunicare con me, farmi capire qualcosa. Questo mi rende entusiasta, ma allo stesso tempo rende tutto molto ambiguo.

<Tin!> mi arriva una notifica dal telefono e mi prendo un colpo, le squame smettono di muoversi, non so se prendere il telefono e guardare… e se fosse quel numero lì? Quello che mi ha scritto il messaggio riguardo l’uovo?Afferro il cellulare e subito mi tranquillizzo, era Rosy: “Vieni verso le 15 al parco Dora? Ci incontriamo davanti scuola, vengono anche Giulia, Sarah e Fra. Poi andiamo alla Coop. Ah e porta lo skateboard” Così c’è scritto nel messaggio. Si sono fatte le 14:13 ed io non ho ancora nascosto l’uovo: lo metto semplicemente nell’armadietto fuori in balcone tra le cassette degli attrezzi, lì nessuno va mai a controllare. Rispondo a Rosy dicendole di aspettarmi, mi metto le scarpe, prendo lo skate e alle 14:50 mi avvio per strada. Arrivo poco dopo in via Pesaro, praticamente a scuola. Ci divertiamo molto, ma nello stesso tempo ho per tutto il pomeriggio un forte mal di testa. Che sia l’influenza dell’uovo su di me? Torno a casa verso le 18 e mi arriva un messaggio…nuovamente mi sale l’ansia: questa volta sì, mi aveva scritto quel numero. Ma io lo avevo bloccato! Questa storia si fa troppo inquietante.

Sono troppo tentata dall’aprire il messaggio, sulla schermata ovviamente compare la notifica del messaggio e riesco a leggere solo: “Bene,adesso che hai completato parte della missione…” Non riesco a leggere altro, caspita che ambiguità.

LA SCELTA DA COMPIERE:

 

 

 

 

scelta 11:

Decido di aprire il messaggio…

 

Vai al paragrafo 11

 

 

 

 scelta 12:

Decido di ignorare il messaggio…

 

Vai al paragrafo 12 

oppure: torna indietro

paragrafo 6

(Autrice: Viola)

Paragrafo 6 (Autrice:Viola)

Mi giro per vedere di chi fosse stata quella voce profonda e inquieta che si era avvicinata a me. Ancora una volta non c’è nessuno. Vorrei chiedere “C’è qualcuno?”, ma sa troppo di film… e poi, nel caso ci fosse, non credo mi risponderebbe.

Il vento si arrampica sul mio corpo nudo e la mia pelle fredda ormai non la sento più. Le braccia si intrecciano tra di loro e le gambe rimangono unite per farsi calore a vicenda, con scarsi risultati devo dire.

Il mio sguardo è basso e non capisco perché sono ancora qui davanti. Potrei ritornare a casa e mettermi sotto le lenzuola, ma è come se i miei piedi fossero incollati al gelido cemento. Decido quindi, di alzare la testa e guardare davanti a me. C’è una signora. Una signora con un età che si aggira intorno alla cinquantina. Si notano subito i suoi lunghi capelli neri e la sua bocca rifatta. Le sopracciglia grandi e scure e il suo naso gobbo. La bassa statura e le gambe corte. È magra, molto magra. È minuta, ma è una bella donna. 

Il suo vestito rosso fuoco mi sta accecando. Mi sono accorta che la cosa che mi accecava prima, adesso non c’è più. Dove sarà? Che fine ha fatto il mio amato uovo che ho odiato per tutto questo tempo? Magari l’uovo è la donna davanti a me. O magari sto impazzando e mi sto illudendo che questa sia una storia di magia.

“Ti sei lasciata sfuggire l’uovo, a quanto sembra”

La sua voce ha placato quella nella mia testa. Il suo modo di parlare, il suo accento piemontese sono familiari. LEI mi è familiare. Vorrei risponderle, vorrei farle tante di quelle domande, ma le parole non riescono a uscire dalla serratura della mia bocca. Sono lì, ammassate l’una accanto all’altra nella mia gola. Come quando hai del cibo in bocca e non riesci a ingoiarlo per parlare. Vorrei chiederle da dove viene quel messaggio e chi l’ha archiviato. Vorrei chiederle che ci faceva quell’uovo davanti a me e adesso dov’è finito. Vorrei chiederle perché sono la prescelta, ma soprattutto, chi è lei.

Sto aspettando e sperando che la donna a pochi passi davanti a me parli. È lì a fissarmi da qualche minuto, ormai, e si aspetta che io le dica qualcosa. Vorrei almeno pronunciare dei suoni, ma le parole sono bloccate e la cerniera che tappa la mia bocca è ancora chiusa. È come quando la zip del giubbotto si impiglia con  il tessuto del bomber e non riesci a sbloccarlo.

“Se non vuoi parlare, parlerò io” dice la donna dinanzi a me. “Ti chiederai chi sono” continua “ma prima che ti dia queste informazioni, devi trovare l’uovo”.

L’ho già trovato, rimbomba nella mia testa.

“Dovevi prenderlo e portarlo via, ma te lo sei lasciato scappare. Ti darò un altro indizio e ti concedo, come ultima volta, di ritrovarlo. Te la senti o rinunci?”.

Me la sento. Nina, lo devi dire ad alta voce, così non ti può sentire.

Cerco di spingere le lettere una per una fuori dal buco, ma è come se ci fosse un muro, davanti alle mie labbra. Provo un altro metodo. Chiudo gli occhi e respiro piano, facendo uscire le parole liberamente senza fretta e senza spingerle. Quando se la sentono di uscire, usciranno, giusto Nina?

“Io me la sento, mi dica l’indizio” l’ho detto con una voce fin troppo decisa. Gli occhi sono rimasti chiusi, ma la bocca per fortuna si è aperta.

“Ha un enorme anello al naso, ma naso non è” ha detto la signora e subito dopo è scomparsa. Siamo rimasti  io e l’enigma. E solo adesso mi sono resa conto che Pill non è più a fianco a me.

Mi metto accovacciata, con le ginocchia che mi toccano il petto, a pensare dove potrei trovare un anello enorme. Non mi viene in mente nulla. Il cielo nel frattempo si sta schiarendo e il calore piano piano si appiccica alla mia pelle. Vedo Pill sbucare da via Sassari. Gli faccio segno di avvicinarsi, e lui lo sta facendo. Si mette seduto accanto a me e guarda avanti. Guardiamo la lunga strada di Via Ravenna, con alle spalle un enorme portone verde acceso, pensando allo strano enigma che la donna dal vestito rosso fuoco ci ha teso.

LA SCELTA DA COMPIERE:

scelta 9:

Cerco di trovare l’anello al più presto,

ma mentre cammino incontro…

Vai al paragrafo 9

 scelta 10:

Prima  di cercare l’anello, decido di sapere di più sull’uovo e sulla donna dell’enigma. Su internet scopro…

Vai al paragrafo 10 

oppure: torna indietro

paragrafo 3

(Autore: Daniele)

Paragrafo 3 (Autore: Daniele)

Ormai è da anni che passo gran parte dei miei fine settimana con il mio amico Riky, che è un grande appassionato di animali preistorici, animali mitologici e, ovviamente, di animali fantastici. Lui mi ha parlato più volte delle uova di drago e di altri incredibili animali, e mi ha mostrato anche alcune disegni fatti da lui stesso. Decido di mandargli un messaggio: devo parlargli subito!

Tornata a casa dal parco (non senza “fare guardingo” perché diciamo che una ragazzina con un ovale blu dà piuttosto nell’ occhio…), prendo il telefono e chiamo Ricky… ma ovviamente parte la segreteria telefonica.

Ragionandoci su, deduco che probabilmente è a scuola, quindi per far passare il tempo provo a guardare una serie tv, ma non riesco a pensare ad altro che all’ uovo… Come avrà fatto ad arrivare qui? Perché hanno scelto proprio me? E soprattutto: chi è che mi ha scelto?

Immersa in questi pensieri, mi addormento e, come spesso mi accade in questo periodo, faccio un sogno. Vedo la casa di Ricky, vicino a corso Novara, in zona Barriera di Milano. Vedo la sua camera, completamente sottosopra, il letto sfatto (quello probabilmente perché lui è un disordinato…), i mobili con i vestiti tutti per terra. Quell’orrendo disegno di Topolino, che da tempi immemorabili era appeso al muro, in questo momento è per terra e al suo posto compare un buco nel muro, non troppo grosso ma che può contenere tranquillamente… un uovo!

Mi sveglio per uno squillo del telefono, quindi mi alzo di tutta fretta: sarà di sicuro Ricky … ma non è così. È mia madre, che mi avverte che sta tornando a casa, sono le quattro e mezza. Già le quattro e mezza!?! Devo nascondere l’uovo! Cerco un posto adatto… sotto il letto (troppo banale!), nell’ armadio (stesso discor!)… Ah, trovato! Negli scatoloni dove mettiamo i vestiti che non sono di stagione, quelli sopra l’ armadio: la mamma non potrà mai incappare per caso nell’uovo, se è lì.

Così prendo lo scatolone, ci nascondo dentro l’uovo, scendo dalla scala, la metto a posto, mi infilo le scarpe ed esco.

So che era solo un sogno quello su Ricky, ma se rifletto sui miei sogni precedenti… E comunque, voglio controllare, così mi incammino versò casa di Ricky per assicurarmi che non sia successo niente.

Prendo via Cigna e mentre cammino vedo Rosy. Proprio ora?! Non è il momento! Però è un’amica e non posso ignorarla…

LA SCELTA DA COMPIERE:

scelta 8:

CERCO DI NON FARMI NOTARE DA ROSY E VADO A CONTROLLARE CASA DI RICKY, CON UN BRUTTO PRESENTIMENTO CHE NON RIESCO A LEVARMI DALLA TESTA…

Vai al paragrafo 8

 scelta 7:

ANCHE SE NON E’ IL MOMENTO VADO INCONTRO A ROSY E CAMBIO I MIEI PIANI, E PER FORTUNA…

Vai al paragrafo 7 

oppure torna indietro

paragrafo 2

(Autrice: Mina)

Leggere questo messaggio mi fa uno strano effetto. Non capisco… Insomma, cos’è il “parco dai due  tubi” e perché mi ha chiamata “prescelta”? Sono quasi spaventata e un po’ presa dal panico… gli scrivo che ha sbagliato numero e poi lo blocco, come se queste azioni mi potessero proteggere. Per il resto del giorno cerco di non pensare a quello che è successo, mi chiudo in casa rifugiandomi a guardare video per  dimenticare tutto. Esco solo per sgranchirmi le gambe, ma grandissima è la sorpresa al ritorno dalla mia passeggiata: arrivata davanti al palazzo in cui abito, vedo un piccolo foglio appiccicato sulla maniglia, con stampata una foto in bianco e nero. Provo a guardarla ma non riesco a vedere nient’altro che una collina con un pino floscio e, dietro, il giardino di via Sassari. Non mi soffermo ad analizzare la foto più di tanto, ma la butto nel cestino più vicino a me. Salgo le scale distutta dalla delusione e dalla stanchezza.

Il resto della giornata passa in fretta.

A sera vado a dormire presto, sperando di passare la notte tranquilla. In effetti la notte trascorre quasi senza problemi… non sogno l’uovo squamato, ma un giardino che conosco molto bene, ovvero il parco che avevo visto nella foto nel pomeriggio: il giardino di via Sassari.

La mattina seguente mi sveglio carica di energie,  faccio colazione da sola come sempre, e scrivo a Rosy che non vado a scuola perché ho la febbre… Lo so, non si mente agli amici… ma che dovrei fare? Dirle che ho deciso di controllare se al giardino di via Sassari è nascosto un uovo dalle proporzioni enormi, che forse non esiste nemmeno? Be’, direi proprio di no.

Mi dirigo verso il giardinetto e, nonostante i miei stessi tentativi di disilludermi, mi sento piena di speranza. Guardo il giardino con una punta di disprezzo: non è che non mi piaccia, anzi, ho molti bei ricordi, solo che quando è vuoto mi sembra che sia tutto finto, come se non ci fosse mai stata vita.

Ci sono due scivoli, uno è piccolo e basso, i ragazzini però ci salgono al contrario per sentirsi più forti… o almeno così credo; il secondo invece ha tutta una sua struttura, è molto più alto rispetto al primo e ha una sorta di ragnatela gigante su un lato; lo scivolo poi è originale: al suo posto ci sono due lunghi tubi di metallo… ma certo! Il parco dai due tubi del messaggio si riferiva a questo! Salgo sulla piattaforma che tiene in piedi quell’ammasso di tubi e vedo un qualcosa di bluastro sulla collinetta… vedo anche il pino mezzo sdraiato che avevo già visto in sogno.

Una volta salita sulla mini collina, cerco con lo sguardo il mio obiettivo e… bingo! Lo  trovo con facilità! Certo che guardarlo dal vivo è tutta un’ altra cosa… ho già avuto qualche sospetto su che tipo di animale vi si possa racchiudere dentro, ma ormai ne ho  la certezza!

LA SCELTA DA COMPIERE:

scelta 3:

DECIDO DI CONTATTARE UN MIO AMICO  ESPERTO DI CREATURE FANTASTICHE, IL QUALE PERO’… 

Vai al paragrafo 3

oppure: torna indietro

 scelta 4:

E’ SEMPRE STATO IL MIO SOGNO: ALLEVARE DRAGHI!

Vai al paragrafo 4

Tra le ali di Valdocco

Introduzione (autrice: Mina)

“Iiiih, sono in ritardo… ah, no aspe’ sono le 7:35 … come ho fatto a leggere 7:55?”

Rosy con grande pazienza mi sta aspettando un’altra volta sotto casa. Dopo essere scesa, mi sento osservata con aria di rimprovero dalla mia amica, che aspetta una delle mie fantastiche scuse: “Mi dispace, è che non trovavo le chiavi” oppure “Sorry, ma il gatto mi ha nascosto una scarpa”… Stavolta però mi limito a chiederle scusa.

Come al solito, tutta via Biella si sorbisce le nostre lunghe chiaccherate: normalmente parliamo dei sogni che abbiamo fatto durante la notte o perlomeno di quelli più strani. Oggi però non ho nulla da raccontare, a differenza di Rosy, che mi spiega di aver sognato un uovo di pulcino gigante… alla parola uovo mi si illumina la mente… In realtà qualcosa ho sognato anch’io, è un’ immagine ma non riesco a metterla a fuoco, c’è una sagoma ovale dai colori spenti, varia dal blu al verde/verde-acqua, non riesco a vedere altro, più mi sforzo e più l’immagine sembra sparire.

“Nina…. Nina…. NINAAA!!!!”

“Ehi, che c’è?”

“No, nulla… ti eri incantata”, mi dice Rosy con tutta tranquillità.

Tra una chiacchiera e l’altra siamo già arrivate a scuola passando per corso Ciriè. Quanto detesto passare per quel corso: per attraversarlo devi arrivare in un momento specifico… un piccolo ritardo e in un nano-secondo ti ritrovi una fila di macchine ad aspettare che scatti il verde.

Fuori dalla scuola notiamo che le aule e il corridoio hanno le luci spente, per poi scoprire da un professore che l’elettricità è saltata e non c’è modo di riattivarla. I docenti ci  dicono di ritornare a casa… sono quasi dispiaciuta di saltare scuola: oggi avevamo un bel laboratorio da fare in classe.

Una volta arrivata a casa, mi riappisolo con la scusa di essermi svegliata alle sette e mezza.

Rivedo l’ovale dai colori tenui. Stavolta però l’immagine è più nitida, quello che sembrava un semplice cerchio allungato si rivela un uovo, un uovo ricoperto da scaglie lucenti (assomiglia un po’ ad un carciofo); a fianco a questo ambiguo ovulo si può scorgere un pino quasi piegato su se stesso ed un’ altra figura che molto lentamente si sta mettendo a fuoco. Quell’albero mi sembra familiare. Sento di poter arrivare alla soluzione e capire cosa sta succedendo, quando… mi arriva un messaggio sullo smartphone.! Mi spavento perché il volume è alto. Cerco di riaddormentarmi, la suoneria però mi rimbomba nella testa e la curiosità di scoprire chi sia stato a scrivermi è troppo forte, così mi alzo e vado a controllare. Inizialmente penso che sia James, ma poi vedo che il suo messaggio risale alle otto meno un quarto. Scorro più in basso per vedere gli altri messaggi ma non trovo nulla di troppo recente, finché non arrivo al fondo e noto che c’è una chat archiviata, il che mi sembra strano: non ho mai avuto il bisogno di archiviarne una, eppure un numero sconusciuto è finito lì. Apro la chat e con grande perplessità leggo il messaggio: “Dirigiti al parco dai due tubi, mia prescelta, poi prendi l’uovo e non mostrarlo a nessuno, nemmeno ai tuoi cari. Quando ci sarà la luna piena, riportalo dove l’hai trovato. Quel che uscirà sara tuo”.

LA SCELTA DA COMPIERE:

 

 

scelta 1:

 MI BUTTO A CAPOFITTO IN QUESTA STRANA AVVENTURA, RIGOROSAMENTE ACCOMPAGNATA DAL MIO ANIMALE DI FIDUCIA.
 Vai al paragrafo 1. 

 

 scelta 2:

 ELIMINO IL MESSAGGIO E CERCO IN TUTTI I MODI DI DIMENTICARLO, MA...
 Vai al paragrafo 2. 

paragrafo 1

(Autrice: Viola)

Il mio entusiasmo nel leggere questo inaspettato messaggio è tale che comincio subito a cercare su internet immagini di parchi a Torino con due tubi. Quel che trovo è il Parco Dora. Ho dei bei ricordi di questo parco, ci sono state un sacco di feste dove poi ho incontrato sempre qualche mia amica e in più una volta ci sono andata con la mia classe. Il giovedì fortunatamente mia madre lavora, quindi non dovrei avere problemi a recarmi là. Non posso andare da sola, però. Devo assolutamente portare con me qualcuno … Mentre ci penso inizio a uscire. Apro la porta, esco sul pianerottolo, infilo la chiave nella serratura per chiudere l’uscio, ma un rumore mi porta a rientrare in casa. È tutto buio, non vedo niente. Ho messo la mano sull’interruttore della luce, ma la lampada non si accende. Corro per tutta casa, premendo interruttori, ma il buio sta vincendo. Mi viene in mente la scuola. Sarà una coincidenza il fatto che sia qui che lì sia saltata la luce? Non voglio neanche pensarci. Mi sto autosuggestionando. Esco dall’appartamento e decido di non prendere  l’ascensore, bensì le scale. Scendendo, noto con sorpresa che attraverso le fessure delle porte dei miei vicini, che da loro la luce è presente.

Apro il portone e Pill mi salta  addosso. Pill è un cane randagio che molte volte gira per il quartiere Aurora. Non capisco perché si sia affezionato proprio a me, ma mi sta bene così.

Vedo di sfuggita un pensiero attraversarmi la testa.  Forse dovrei portare lui insieme a me! Gli faccio segno di seguirmi, ma poi mi fermo. Per la prima volta, non sono sicura del luogo in cui sto andando. Metto le mani sulle tempie per cercare di capire dove si trovano questi due tubi. Lo so che internet suggerisce il Parco Dora, ma non mi convince: qualcosa mi dice di pensare a qualcos’ altro.

“Avanti Pill, dammi delle idee anche tu …”

Lui gira il corpo dandomi le spalle.

“Grazie per il tuo prezioso aiuto, lo terrò in considerazione…”

Sbuffando, mi viene in mente il parco di via Giulio. Anche lì ci sono due tubi. Be’, in realtà sono più di due … Forse è un’idea un po’ scontata. Tentar non nuoce però.

“Okay, sono a dir poco confusa, ma se ci provassimo?”

Niente, non mi vuole rispondere, ma perlomeno si rigira verso di me. 

“Dai, avviamoci!”

Pill mi segue scodinzolando. Lo prendo per un buon segno.

Passiamo davanti al palazzo di una mia amica. Spero di non incontrarla. Cosa dovrei dirle? Siamo davanti all’oratorio Valdocco, e qui Pill si sdraia a terra, davanti al portone verde acceso. Mi avvicino e gli accarezzo la pancia, passando la mia mano avanti e indietro sopra quei peli sporchi. Giro la faccia verso l’oratorio e mi viene in mente quando io e Rosy venivamo qua a giocare e a fare merenda, subito dopo aver posato lo zaino a casa. Stavamo qui ore e ore, ecco perché molte volte arrivavamo a scuola senza aver fatto i compiti. Andavamo sempre nello scivolo di legno e in quello rosso a forma di tubo. Ci arrampicavamo da una parte all’ altr… Aspetta Nina, cosa hai detto? A forma di tubo?

“Forse è qui che si trova! Grazie Pill” Gli stampo un metaforico bacio sulla guancia e piena di gioia apro la porta… anzi… ci provo… ma non si apre! Batto più volte i pugni contro, ma il portone non ne vuole sapere, fino a quando non si alza un vento gelido, che fa cigolare rumorosamente l’anta, aprendo il portone verso l’interno. La bella giornata solare e calda di oggi si trasforma in fredda e nuvolosa, con i tuoni che iniziano a farsi sentire in lontananza. Di luminoso c’è solo… l’uovo davanti a me!

Le gambe iniziano a tremarmi, i denti a battere e i brividi si divertono a percorrere ripetutamente il mio corpo in lungo e in largo. Il vento dietro le mie spalle mi fa volare i capelli e tuoni simili a bombe fanno tremare Pill.

Presto fitte goccioline di pioggia iniziano a cadere dal cielo. Una voce sconosciuta si appoggia al mio orecchio: “Prendilo e tienilo con te, ma attenzione! Quando la luna piena illuminerà Torino, lo riporterai nello stesso luogo in cui l’hai trovato”. Mi giro, ma a fianco a me non c’ è nessuno.

LA SCELTA DA COMPIERE:

 

 

scelta 5:

CORRO VIA, MA QUALCOSA (O QUALCUNO…) MI TRASCINA DI NUOVO DAVANTI ALL’UOVO.

Vai al paragrafo 5

 

 

 scelta 6:

COMPARE UNA DONNA MISTERIOSA ALL’ENTRATA DELL’ORATORIO, LA QUALE…

Vai al paragrafo 6

oppure: torna indietro

Il Bunet del 3

(di Antonella)

Ricetta del bûnet facile e veloce. Questa ricetta mi è stata data dal mio amico Eros…in molti non l’approveranno perché non è la classica ricetta però permette a tutti di fare un bûnet semplicemente dando un ottimo risultato…anche a me che sono napoletana!!

3 uova

3 cucchiai di zucchero

3 cucchiai di cacao

3 cucchiaini di rum

½ litro di latte 

1 confezione di amaretti

In una terrina sbattere le uova con lo zucchero aggiungere successivamente il cacao, dopo aver ottenuto un composto morbido aggiungere rum e latte

Per ultimo unire gli amaretti precedentemente tritati grossolamente

Versare il tutto in una terrina e cuocere a bagnomaria in forno a 200°

Servire freddo

Contest fotografico

Dal 5 dicembre 2020 al 3 gennaio 2021

Caccia all’angolo!


La redazione di “Approdo a Valdocco” è alla ricerca di nuovi talenti fotografici per le immagini del blog. Basta avere un cellulare per catturare uno scorcio del quartiere a cui sei affezionato o un momento che ti piacerebbe ricordare.


In questa missione sarai guidato/a da un fotografo professionista che abita in quartiere. Alberto Morici ha preparato qualche consiglio utile per aiutarti.

Da piazza Baldissera a corso Regina Margherita si impiegano circa 2 minuti di tempo in macchina attraversando il quartiere Valdocco.

Dietro le case che si vedono passare rapidamente da Corso Principe Oddone, si trovano persone, attività, storie e luoghi che meritano di essere osservati con molta calma e attenzione.

Per questo mi piace l’idea di fotografare piano, cercando con cura il bello e il sublime che si nasconde poco appariscente anche fuori dalle zone turistiche del centro di ogni città.


Questi sono i consigli che sento di darti per fotografare un territorio:
– Conosci il luogo, trova il tempo per esplorate il quartiere, possibilmente a piedi e usando prima di tutto gli occhi, per entrare in contatto con i posti e le persone e prova a immaginarti o a farti raccontare una storia legata a ciò che vedi e ti circonda.
– non avere paura, avvicinati al tuo soggetto, prova a dialogare con le persone che fotografi coinvolgendole nelle tue immagini, cerca un dettaglio particolare nei luoghi. Il fotografo non dovrebbe rubare immagini da lontano, ma diventare parte integrante della foto.
– la tecnica si impara, ma l’occhio si affina: Internet offre tanti corsi di base e avanzati per imparare a usare al meglio la fotocamera dello smartphone o la reflex, ma lo sguardo si allena anche osservando e studiando il lavoro di altri fotografi.

Ecco 4 nomi di fotografi con stili e sguardi interessanti e molto diversi tra loro:
Greg Girard www.greggirard.com
Francesco Faraci www.instagram.com/faracifra/
Gabriele Basilico www.archiviogabrielebasilico.it
Beandon Stanton (Humans of New York)  www.facebook.com/humansofnewyork/


Invia le tue fotoredazione@approdoavaldocco.org entro il 3 gennaio 2021.

Per la Befana annunceremo il vincitore o la vincitrice! Troverà una dolce sorpresa ad aspettarlo alla Pasticceria Corgiat!


Tutte le foto dei partecipanti saranno pubblicate nella nostra gallery con il nome dell’autore/rice.