(Autrice: Viola)
Il mio entusiasmo nel leggere questo inaspettato messaggio è tale che comincio subito a cercare su internet immagini di parchi a Torino con due tubi. Quel che trovo è il Parco Dora. Ho dei bei ricordi di questo parco, ci sono state un sacco di feste dove poi ho incontrato sempre qualche mia amica e in più una volta ci sono andata con la mia classe. Il giovedì fortunatamente mia madre lavora, quindi non dovrei avere problemi a recarmi là. Non posso andare da sola, però. Devo assolutamente portare con me qualcuno … Mentre ci penso inizio a uscire. Apro la porta, esco sul pianerottolo, infilo la chiave nella serratura per chiudere l’uscio, ma un rumore mi porta a rientrare in casa. È tutto buio, non vedo niente. Ho messo la mano sull’interruttore della luce, ma la lampada non si accende. Corro per tutta casa, premendo interruttori, ma il buio sta vincendo. Mi viene in mente la scuola. Sarà una coincidenza il fatto che sia qui che lì sia saltata la luce? Non voglio neanche pensarci. Mi sto autosuggestionando. Esco dall’appartamento e decido di non prendere l’ascensore, bensì le scale. Scendendo, noto con sorpresa che attraverso le fessure delle porte dei miei vicini, che da loro la luce è presente.
Apro il portone e Pill mi salta addosso. Pill è un cane randagio che molte volte gira per il quartiere Aurora. Non capisco perché si sia affezionato proprio a me, ma mi sta bene così.
Vedo di sfuggita un pensiero attraversarmi la testa. Forse dovrei portare lui insieme a me! Gli faccio segno di seguirmi, ma poi mi fermo. Per la prima volta, non sono sicura del luogo in cui sto andando. Metto le mani sulle tempie per cercare di capire dove si trovano questi due tubi. Lo so che internet suggerisce il Parco Dora, ma non mi convince: qualcosa mi dice di pensare a qualcos’ altro.
“Avanti Pill, dammi delle idee anche tu …”
Lui gira il corpo dandomi le spalle.
“Grazie per il tuo prezioso aiuto, lo terrò in considerazione…”
Sbuffando, mi viene in mente il parco di via Giulio. Anche lì ci sono due tubi. Be’, in realtà sono più di due … Forse è un’idea un po’ scontata. Tentar non nuoce però.
“Okay, sono a dir poco confusa, ma se ci provassimo?”
Niente, non mi vuole rispondere, ma perlomeno si rigira verso di me.
“Dai, avviamoci!”
Pill mi segue scodinzolando. Lo prendo per un buon segno.
Passiamo davanti al palazzo di una mia amica. Spero di non incontrarla. Cosa dovrei dirle? Siamo davanti all’oratorio Valdocco, e qui Pill si sdraia a terra, davanti al portone verde acceso. Mi avvicino e gli accarezzo la pancia, passando la mia mano avanti e indietro sopra quei peli sporchi. Giro la faccia verso l’oratorio e mi viene in mente quando io e Rosy venivamo qua a giocare e a fare merenda, subito dopo aver posato lo zaino a casa. Stavamo qui ore e ore, ecco perché molte volte arrivavamo a scuola senza aver fatto i compiti. Andavamo sempre nello scivolo di legno e in quello rosso a forma di tubo. Ci arrampicavamo da una parte all’ altr… Aspetta Nina, cosa hai detto? A forma di tubo?
“Forse è qui che si trova! Grazie Pill” Gli stampo un metaforico bacio sulla guancia e piena di gioia apro la porta… anzi… ci provo… ma non si apre! Batto più volte i pugni contro, ma il portone non ne vuole sapere, fino a quando non si alza un vento gelido, che fa cigolare rumorosamente l’anta, aprendo il portone verso l’interno. La bella giornata solare e calda di oggi si trasforma in fredda e nuvolosa, con i tuoni che iniziano a farsi sentire in lontananza. Di luminoso c’è solo… l’uovo davanti a me!
Le gambe iniziano a tremarmi, i denti a battere e i brividi si divertono a percorrere ripetutamente il mio corpo in lungo e in largo. Il vento dietro le mie spalle mi fa volare i capelli e tuoni simili a bombe fanno tremare Pill.
Presto fitte goccioline di pioggia iniziano a cadere dal cielo. Una voce sconosciuta si appoggia al mio orecchio: “Prendilo e tienilo con te, ma attenzione! Quando la luna piena illuminerà Torino, lo riporterai nello stesso luogo in cui l’hai trovato”. Mi giro, ma a fianco a me non c’ è nessuno.
LA SCELTA DA COMPIERE:
scelta 5:
CORRO VIA, MA QUALCOSA (O QUALCUNO…) MI TRASCINA DI NUOVO DAVANTI ALL’UOVO.
oppure: torna indietro
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